132017Ott
Quando farsi amputare migliora la vita sessuale

Quando farsi amputare migliora la vita sessuale

Body Integrity Identity Disorder? Termine poco conosciuto al grande pubblico, come poco note sono le conseguenze che possono ingenerarsi a seguito di questo disturbo. Si tratta di una condizione limite a cavallo dell’area delle parafilie e dei disturbi psichiatrici. Il tutto reso ancora più complicato dalla ricaduta erotica e sessuale che tale condizione provoca sui soggetti stessi. Procediamo con ordine.

Parafilia è il termine che psicologi e psichiatri utilizzano nel riferirsi ad un qualsiasi interesse sessuale atipico e ne fanno una chiara distinzione tra parafilia (intesa come interesse sessuale atipico) e disturbo parafilico (indicante un interesse sessuale atipico che comporta una severo disagio interpersonale). Nel corso degli anni, centinaia di diverse parafilie sono state identificate e ad oggi sarebbero oltre le 500. Urina, latte materno, pannolini da neonati, insetti che camminano sul proprio corpo sono solo alcune delle situazioni più inusuali emerse.

Fra di esse poco conosciuta è la parafilia che coinvolge il forte desiderio sessuale di diventare disabili. Questa condizione, nota come apotemnofilia, può presentarsi in varie forme, con desideri di disabilità molto differenti tra loro. Il desiderio più comune, condiviso dalla maggioranza dei soggetti, è tuttavia quello che riguarda l’amputazione di uno degli arti. Altre fonti riferiscono di volontà di danneggiarsi l’udito o di auto-procurarsi una parziale o totale cecità. Questi particolari e inusuali desideri risalgono, nella maggioranza dei casi, all’infanzia e donano un senso di sollievo e completezza al momento del raggiungimento dello stato desiderato.

Recentemente uno studio (*) del 2012 condotto su 54 adulti, sui quali era stata fatta una diagnosi di Body Integrity Identity Disorder (BIID), ha evidenziato che la metà dei soggetti riferiva sessualmente eccitante pensare alla propria disabilità, mentre l’altra metà riportava di eccitarsi nel vedere la menomazione in qualcun altro. In quest’ultimo caso l’eccitazione sessuale è collegabile ad una tipologia di parafilia definita acrotomofilia, un’attrazione sessuale verso individui che presentano amputazioni o menomazioni fisiche. Attualmente il BIID non è una categoria diagnostica all’interno del DSM-5, mentre condizioni riguardanti una mancata accettazione circa il proprio corpo, possono essere ritrovate nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo e nei Disturbi dell’Identità di Genere.

In merito allo studio in questione, è interessante notare che nessuno dei soggetti riporti come motivazione primaria al cambiamento la componente sessuale, bensì la speranza di raggiungere una senso di soddisfazione interiore e di liberazione. Ciò suggerisce che la componente sessuale sia secondaria e che la soddisfazione sessuale deriverebbe dunque da una migliore accettazione psicofisica del proprio corpo, senza determinate parti (gambe, braccia, dita, ecc.) o funzioni (vista, udito, ecc.) che sono fonte di insoddisfazione.

Secondo alcuni ricercatori le cause sarebbero imputabili ad una disfunzione nell’emisfero destro del cervello che integra gli input delle sensazioni corpore e che permette di percepire e organizzare lo schema e l’immagine corporea. Alcuni ricercatori sostengono inoltre che la psicoterapia da sola, sia poco se non per niente efficace, dato che le persone non abbandonano tale desiderio. Per quanto paradossale si possa ritenere, al limite dell’agire terapeutico, secondo alcuni ricercatori al trattamento chirurgico è invece conseguito un notevole miglioramento nella qualità della vita generale e sessuale dei soggetti.

(*)http://www.sciencepublishinggroup.com/journal/paperinfo.aspx?journalid=201&doi=10.11648/j.pbs.20140306.17

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