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Sesso e sonno, l’elisir di lunga vita…sessuale

Sesso e sonno, l’elisir di lunga vita…sessuale

Una recente ricerca americana pubblicata sul Journal of Sexual Medicine ha messo in luce come il sonno giochi un ruolo importante nella sessualità delle donne. Risulta infatti che dall’incontro di Afrodite con Morfeo nasca quell’alchimia che migliora la vita sessuale del “gentil sesso”.

Sembra strano ma non lo è. Parlando di sonno e sesso, apparentemente agli antipodi, emerge come in letteratura il ruolo eziologico dei disturbi del sonno, all’interno delle problematiche sessuali, sia stato ampiamente trascurato soprattutto sul versante femminile. Nonostante il modello bio-psico-sociale della risposta sessuale femminile evidenzi la complessità delle variabili in campo, le precedenti ricerche avevano identificato come principali fattori di rischio per le disfunzioni sessuali le condizioni mediche, i disturbi psicologici e l’insoddisfazione relazione. Di fatto l’attività onirica, l’aspetto che ci impegna una parte consistente della giornata, non veniva presa in considerazione. Tuttavia da una recente ricerca americana (Kalmbach DA, Arnedt JT, Pillai V, and Ciesla JA. – The impact of sleep on female sexual response and behavior: A pilot study) emerge come una breve durata del sonno ed una cattiva qualità di quest’ultimo possano portare ad una scarsa risposta sessuale femminile. I benefici che infatti il sonno apporta alla persona sono ormai riconosciuti da anni sia da un punto di vista fisico che psichico, e adesso viene confermato tale legame anche sotto l’aspetto della salute sessuale.

Per giungere a tali conclusioni i ricercatori hanno indagato differenti aspetti del rapporto fra sessualità e sonno: in esame sono stati presi la durata del sonno notturno, la qualità del sonno, l’insorgenza della risposta d’eccitamento giornaliera e l’attività sessuale connessa. Alla ricerca hanno preso parte 171 donne di un campus universitario che sono state monitorate per due settimane: il compito richiesto alle partecipanti è stato di rispondere giornalmente a dei questionari valutativi inviati loro via web sia al momento del risveglio che in un secondo momento della giornata.

I risultati della ricerca hanno messo in evidenza che ad un maggiore numero di ore di sonno corrispondeva un maggior desiderio sessuale al risveglio. Il connubio sonno e sesso indicava anche che le donne che avevano dormito un’ora in più rispetto alla media del gruppo d’indagine riportavano un aumento del 14% di probabilità di avere rapporti sessuali durante il giorno. Inoltre altri risultati hanno confermato che le donne le cui ore di sonno erano al di sotto della media del campione di studio indicavano una minore eccitazione giornaliera.

Pertanto le conclusioni cui sono giunti i ricercatori sono state che la quantità e la qualità del sonno sono un importante fattore sia di mantenimento sia di crescita del desiderio sessuale e di conseguenza di una maggiore propensione ad impegnarsi in attività sessuale, questo a prescindere dalla stanchezza giornaliera, dall’età, dagli impegni quotidiani, dalle angosce sessuali e dalla presenza delle mestruazioni.

Dormire insomma sembra confermare il suo ruolo di panacea naturale dell’uomo e tale ricerca sembra ribadire come l’attività sessuale passi da uno stato di benessere dell’intera persona. La ricerca futura, allo scopo di chiarire maggiormente il legame fra attività onirica e attività sessuale, anche in ottica di prevenzione, dovrà a questo punto indagare i disturbi del sonno come fattori di rischio per l’insorgenza di disfunzioni sessuali.

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David A. Kalmbach, PhD,* J. Todd Arnedt, PhD,* Vivek Pillai, PhD,† and Jeffrey A. Ciesla, PhD

‡*Sleep and Circadian Research Laboratory, Department of Psychiatry, University of Michigan Medical School, Ann Arbor, MI, USA;

†Sleep Disorders & Research Center, Henry Ford Health System, Detroit, MI, USA;

‡Department of Psychological Sciences, Kent State University, Kent, OH, USA

Kalmbach DA, Arnedt JT, Pillai V, and Ciesla JA. The impact of sleep on female sexual response and behavior: A pilot study. J Sex Med 2015;12:1221–1232.



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