Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST)

Con il termine infezioni sessualmente trasmissibili, o con il loro acronimo IST, si intendono alcuni tipi d’infezione che si trasmettono principalmente attraverso rapporti sessuali e secondariamente mediante oggetti usati durante tali rapporti. Un nome alternativo e comunemente più noto con cui vengono chiamate tali infezioni è quello di malattie veneree, in riferimento alla dea greca Venere … la dea dell’amore.


Le IST vengono anche chiamate malattie sessualmente trasmissibili (MST) ma si tratta di un’imprecisione: ciò che si trasmette infatti non è la malattia ma l’infezione, ed è quest’ultima che può determinare la malattia. Essere infetto dunque non significa essere malato, chi ha l’infezione può anche non avere (o non ancora) sviluppato i sintomi della malattia e può sembrare pertanto in piena in salute.


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oggigiorno si conoscono oltre 30 diversi agenti patogeni, fra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti, responsabili di tali infezioni. L’OMS stima inoltre che ogni giorno si infetterebbero oltre 1 milione di persone nel mondo ed ogni anno circa 500 milioni di persone svilupperebbero una malattia causata da una delle quattro più diffuse infezioni: Clamidia, Gonorrea, Sifilide e Trichomoniasis.


Gli agenti responsabili delle IST si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale). Durante un rapporto sessuale il contagio può avvenire per mezzo di liquidi organici infetti (sangue, sperma, secrezioni vaginali, saliva). Talvolta il contagio è causato dallo strofinamento diretto della pelle o tramite il contatto fra le mucose delle parti intime (bocca, ano, ecc.). Attraverso il sangue si possono trasmettere anche nei casi di trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing, trapianti di tessuti o di organi. Infine, le IST possono anche essere trasmesse dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.


Purtroppo alcune IST possono portare nel tempo a gravi conseguenze per la persona, quali la cronicizzazione della malattia, la sterilità, la trasformazione oncogena e la sinergia con l’infezione da HIV. Nessuno dovrebbe perciò sottovalutare il rischio di contrarre tali infezioni. Le IST possono infatti colpire qualsiasi persona abbia rapporti o attività sessuali non protetti dal preservativo, a prescindere dall’età, dal proprio sesso e dal sesso del partner.


Ci sono poi fasce di popolazione e comportamenti sessuali che facilitano la trasmissione e la diffusione delle infezioni. Fra le condizioni che determinano un maggior rischio di contrarre una IST vi sono: l’età sotto i 25 anni (specialmente per le ragazze), aver avuto il primo rapporto sessuale prima dei 17 anni, un elevato numero di partner sessuali, avere un partner infetto o che è stato infettato in passato, l’uso di droghe e alcol, esercitare violenza sessuale, avere rapporti sessuali non protetti.


L’utilizzo del preservativo è pertanto fondamentale per ridurre il rischio di contrarre tali infezioni. In particolar modo nelle fasi iniziali di una nuova relazione affettiva avere rapporti sessuali protetti con il preservativo è di primaria importanza, soprattutto quando si ignorano sia lo stato di salute che le esperienze sessuali pregresse del partner.


Indicativamente dopo un periodo che varia dai tre ai sei mesi in cui si sono avuti rapporti sessuali protetti, i partner, qualora la presenza di una IST sia stata scongiurata da un controllo medico specialistico unito a test di laboratorio (compreso il test HIV), possono optare per il non utilizzo del preservativo. Una volta presa tale decisione si ricorda, laddove si volessero escludere gravidanze, che sarà necessario prevedere altre tipologie di contraccettivi e sopratutto … di rimanere fedeli!


In ultima analisi per capire se abbiamo contratto un’infezione dopo un rapporto sessuale non protetto è possibile osservare, dopo un tempo variabile chiamato periodo di incubazione, l’insorgere di sintomi o segni visibili sul corpo. Principalmente compaiono nella zona genitale ma, a seconda del tipo d’infezione e di rapporto consumato, questi sintomi possono comparire nella bocca, nell’ano, sulla pelle o in modo generalizzato.


E’ utile ricordare che, anche se i sintomi possono essere leggeri, assenti o comparire dopo molto tempo, se si ha il dubbio di avere contratto un’infezione bisogna rivolgersi tempestivamente al proprio medico di base o a figure professionali specializzate in IST come il ginecologo, il dermatologo o l’urologo.


L’assenza di sintomi infatti non esclude una possibile infezione. Il tempo necessario alla comparsa dei primi sintomi è molto variabile e può andare da pochi giorni ad alcuni anni. Tale variabilità dipende prima di tutto dalle caratteristiche dell’agente patogeno e in secondo luogo dalla soglia di resistenza all’infezione del nostro organismo.


La rapidità con cui si interviene nei confronti delle IST è fondamentale per evitare maggiori complicazioni. Se trattate subito ed in modo corretto, nella maggior parte dei casi, si può raggiungere la completa guarigione, al contrario, come già detto in precedenza, laddove venissero trascurate potrebbero causare gravi danni alla persona.


Siti web consultati:


Lascia un commento

La tua mail non sarà pubblicata. Compilare i seguenti campi obbligatori: *